martedì, 16 Settembre 2025

Uptime Institute – Data center resilience report 2025

Il Data Center Resilience Report 2025 di Uptime Institute fotografa un settore in trasformazione: mentre l’intelligenza artificiale spinge la domanda di potenza e densità, i data center devono confrontarsi con costi crescenti, vincoli energetici e carenza di personale qualificato. Una sfida tra innovazione e sostenibilità che ridefinisce le priorità del comparto.

Introduzione

Lo scorso giugno 2025, Uptime Institute ha pubblicato il suo report annuale sul settore dei data center, evidenziando un preoccupante rallentamento nell’efficienza energetica e negli sforzi ambientali. Le cause principali sono la crescita esplosiva dell’intelligenza artificiale (IA), l’incertezza normativa e la presenza di infrastrutture legacy che creano nuovi ostacoli operativi.

Parallelamente, la diminuzione del monitoraggio ambientale suggerisce che la sostenibilità stia perdendo importanza nelle priorità aziendali, tendenza favorita da normative europee, come il decreto EU Omnibus, che hanno ridotto gli obblighi di reporting ambientale.

Punti salienti del rapporto

I report di Uptime Institute rivela che gli operatori hanno il compito di gestire molte grandi sfide strategiche allo stesso tempo, tra cui: l’anticipazione di molteplici cambiamenti tecnologici, la pianificazione dell’espansione, oltre ai vari vincoli sulla disponibilità di energia e la domanda imprevedibile di carichi di lavoro dell’IA.

La densità energetica dei rack registra una crescita costante, con la potenza media che sale da 6,8 kW a 7,5 kW per rack. Parallelamente, si osserva un fenomeno apparentemente contraddittorio: pur diminuendo la frequenza delle interruzioni, il loro impatto economico aumenta, con i blackout elettrici che si confermano la principale causa di disservizio.

Uptime avverte che senza innovazioni in termini di efficienza o un’adozione diffusa del raffreddamento a liquido e di altri sistemi avanzati, la crescita dell’infrastruttura di IA potrebbe avere un impatto negativo sui recenti guadagni in termini di sostenibilità.

Gli intervistati sottolineano la necessità critica di personale specializzato con elevate competenze tecniche. Il paradosso è che il settore fatica sempre più ad attrarre e trattenere talenti senior, mentre si trova ad affrontare un massiccio pensionamento di esperti proprio nel momento di massima crescita del comparto.

Dal 2007, Uptime Institute monitora il PUE (Power Usage Effectiveness) dei data center attraverso il suo sondaggio annuale, tracciando l’evoluzione dell’efficienza energetica del settore. Questo indicatore si calcola dividendo il consumo totale della struttura per quello dedicato esclusivamente all’IT.

Nel 2025, il PUE medio ponderato si conferma a 1,54, un valore invariato da sei anni che, pur indicando una sostanziale stabilità, nasconde significative variazioni legate a dimensioni, età e ubicazione geografica delle strutture.

Circa un terzo dei proprietari e degli operatori di data center utilizza già l’IA per addestramento o inferenza, e molti altri prevedono di farlo. Tuttavia, queste attività sono ancora agli inizi e vengono affrontate con cautela. Inoltre, l’incertezza sui carichi di lavoro IA e le preoccupazioni sui consumi energetici delle GPU NVIDIA contribuiscono ai problemi di capacità.

Il report rivela, altresì, che le interruzioni sono meno frequenti, anche se il loro potenziale impatto rimane degno di nota, con il 10% che causa gravi interruzioni, oltre ad evidenziare che l’energia elettrica rimane la principale causa di interruzioni di grande impatto, rappresentando il 45% degli incidenti nel 2025.

Inoltre, dal report di Uptime si evince che le aziende mantengono un approccio ibrido all’IT, bilanciando cloud, colocation e strutture proprietarie. Il 45% dei workload resta, infatti, allocato in data center aziendali, testimoniando la loro importanza strategica persistente.

Per quanto riguarda l’adozione dell’IA, i livelli di fiducia, tuttavia, variano notevolmente:

  • Il 73% si affida all’IA per l’analisi automatizzata dei dati dei sensori e la definizione delle priorità degli allarmi.
  • Il 70% si fiderebbe della manutenzione predittiva basata sull’IA.
  • Solo il 35% consentirebbe all’intelligenza artificiale il controllo delle apparecchiature dei data center
  • Solo il 14% consentirebbe modifiche alla configurazione dell’IA

Inoltre, per quanto riguarda l’impatto sul personale, la maggior parte degli operatori ritiene che l’IA odierna non sostituirà il personale necessario per gestire le strutture.

Conclusione

Il quadro che emerge dal Data Center Resilience Report 2025 di Uptime Institute è quello di un settore in equilibrio precario tra resilienza e complessità crescente. Se da un lato innovazione e capacità di adattamento restano punti di forza consolidati, dall’altro si intensificano le pressioni operative e strategiche.

La sfida cruciale per gli operatori sarà trasformare le criticità legate a costi crescenti, vincoli energetici e nuove esigenze dell’IA in opportunità di sviluppo, investendo strategicamente in efficienza operativa, competenze specializzate e tecnologie innovative per garantire continuità e sostenibilità nel lungo periodo.

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