Nissan Oceania ha pubblicato la settimana scorsa un documento in cui dichiara i risultati del cyberattacco subìto verso la fine del 2023.
Dopo un breve riassunto della faccenda – un gruppo di cybercriminali si era introdotto nei server IT locali dell’azienda e ne aveva trafugato una certa quantità di dati – la casa nipponica ha annunciato che il numero di clienti le cui informazioni sono state trafugate ammonta a circa 100mila.
Nissan ha da subito collaborato con autorità governative, esperti di cyber forensics e autorità di regolamentazione della privacy e ha scoperto che ad essere colpiti sono stati alcuni clienti, compresi quelli delle attività finanziarie, i concessionari e anche diversi dipendenti.
Da allora, la casa automobilistica si sta impegnando a contattare le persone coinvolte, il cui numero potrebbe calare lievemente nel caso in cui vengano trovati contatti duplicati.
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Secondo le indagini, i dati del 10% circa dei clienti compromessi riguarderebbe informazioni governative, come carte Medicare, patenti di guida, passaporti e file fiscali.
Il restante 90%, invece, comprende informazioni più generali tra cui copie degli estratti conto, informazione sulle occupazioni e sugli stipendi.
Nissan si cosparge il capo di cenere e mette a disposizione delle vittime una serie di servizi volti al supporto e, nei casi in cui sia previsto, al rimborso.
Inoltre la casa del sol levante invita i propri clienti a monitorare costantemente i movimenti sui propri conti bancari, a diffidare di mail o messaggi provenienti da fonti sconosciute e a cambiare con frequenza le proprie password.
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