lunedì, 30 Settembre 2024

L’Università di Siena rischia di subire la stessa sorte di Synlab

Il noto gruppo cybercriminale di matrice russa LockBit, che è specializzato in attacchi ransomware, ha rivendicato oggi l’attacco informatico perpetrato ai danni dell’Università di Siena avvenuto nei primi giorni di maggio.

Nonostante in un intervista al programma “Progress” del 18 maggio il Presidente dell’Associazione Nazionale per la Cybersicurezza, Bruno Frattasi, abbia dichiarato che i servizi siano stati correttamente ripristinati e che l’intervento del CSIRT locale abbia avuto successo, oggi il gruppo Lockbit ha pubblicato sul proprio sito un countdown di circa 8 giorni, al termine del quale verranno diffusi tutti i dati sottratti – si parla di circa 514 GB – salvo pagamento di un riscatto.

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Synlab, come consigliato dalle autorità, non aveva pagato quanto richiesto e i dati erano finiti in rete. È dunque possibile che anche l’Università di Siena vedrà i propri dati pubblicati sul dark web. La ferma volontà dell’ACN è quella di non finanziare ulteriormente le bande di hacker che minacciano costantemente i server di tutto il mondo.

Frattasi si è poi soffermato proprio sull’attacco che ha coinvolto proprio l’azienda fornitrice di servizi di diagnostica medica, dichiarandosi molto soddisfatto dal rifiuto di intraprendere negoziazioni e, soprattutto, di pagare un riscatto da parte di Synlab. Per quanto riguarda la gravissima diffusione di dati in rete, il Presidente dell’ACN non può fare altro che invitare le aziende, ma anche i privati, ad investire pesantemente nella cybersecurity, al fine di evitare incresciosi e pericolosi incidenti di questo tipo, ma soprattutto a denunciare immediatamente i fatti alle autorità.

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