sabato, 21 Giugno 2025

Galtieri, CY4GATE: “Dobbiamo saper maneggiare l’Intelligenza Artificiale”

Nel corso della Cybsec-Expo 2025, tra i vari convegni che si sono susseguiti durante la tre giorni di manifestazione, è intervenuto Emanuele Galtieri, CEO di Cy4gate, azienda specializzata in progettazione, sviluppo e commercializzazione di soluzioni di sicurezza informatica per governi e aziende, ospite del convegno organizzato dalla Rivista Italiana della Difesa (RID) e riguardante la protezione e la valorizzazione dei dati nell’attuale scenario geopolitico.

Galtieri ha parlato principalmente delle possibilità e dei vantaggi che l’Intelligenza Artificiale offre agli esperti di settore, alle industrie e alle istituzioni nell’ambito della sicurezza informatica, come arma di difesa ma anche come supporto in mancanza di risorse.

Quando parliamo di iper digitalizzazione parliamo di un’estensione della superficie d’attacco. Parliamo di un’enorme produzione di dati. Secondo i dati forniti dall’ACN, sia gli attacchi che gli incidenti da essi derivanti aumentano costantemente. Questo avviene perché abbiamo pochi competenti in discipline cyber o simili: se la superficie di attacco aumenta e gli operatori no, gli attacchi decollano.
Anche gli attaccanti – così come le aziende – nel numero rimangono sempre quelli
.
Il tema è, perciò, che qualcuno li aiuta, ossia l’Intelligenza Artificiale. Grazie ad essa, l’attaccante esprime un maggior potere di fuoco, perché riesce ad individuare più facilmente le vulnerabilità e a penetrare nelle infrastrutture critiche.”

Come ci si può difendere?

È necessario iniziare ad entrare nell’ottica di operare ad armi pari: così come esistono le cyber forces del male, servono le cyber forces virtuali del bene, coadiuvate dall’intelligenza artificiale. Non possiamo fare a meno, come attori che difendono, di utilizzare l’IA a pieno regime integrata nella nostra tecnologia. È indispensabile.

Noi di Cy4gate dobbiamo farne ricorso in quanto azienda produttrice solo di tecnologie e non di servizi cyber. Ma perché? Nel momento in cui si vuole monitorare una rete per verificare se c’è un attacco in essere, bisogna controllare centinaia di migliaia di eventi che accadono nella rete di un azienda al secondo. Impossibile per l’uomo da solo.
Nelle azioni ordinarie come questa l’IA è fantastica, perché apprende un modello di comportamento ‘naturale’ degli utenti nella rete della difesa. Nel momento in cui si verifica un comportamento che differisce da quello abituale, che può essere l’accesso alla rete da un altro dispositivo, da un luogo estraneo o ad un orario insolito, deve partire un immediato alert: l’IA, in questo caso, aiuta alla grande
.”

Applicazioni a non finire

“Un altro esempio di supporto che l’Intelligenza Artificiale può fornire sta nella trasmissione del know-how nelle realtà, istituzionali o aziendali, in cui c’è un frequente turnover di personale. Immaginiamo i cyber digital twin o i cyber range (simulatori, cloni di rete al fine di eseguire esercitazioni sulle stesse), in cui si ingloba del know-how con l’IA: se qualcuno dovesse improvvisamente cambiare sede o essere dislocato, sarebbe possibile fare dell’addestramento di base ad una nuova persona, affinché gli venga trasmesso il know-how senza avere un affiancamento. Fermo restando che, in questo caso, bisogna parlare noi di capo ufficio, ma da operatore specialista cyber che ha bisogno di informarsi.”

Un altro esempio ancora: la superficie digitale è iper estesa, quindi: la difesa italiana è fantastica perché protegge l’Italia; le multinazionali sono fantastiche perché si proteggono e proteggono la loro supply chain. Il tema, però, è che il mondo digitale non ha confini: quindi il problema è che ci possono essere dei Paesi che non sono attrezzati come siamo attrezzati noi – o gli occidentali più in generale. Si sono, perciò, create delle periferie digitali degradate, cioè coloro che non hanno la capacità di potersi proteggere e vanno supportati dai Paesi che queste capacità le hanno. Ma abbiamo sempre lo stesso problema: non abbiamo risorse umane. L’Intelligenza Artificiale supporta e aiuta a fare training da remoto o a fare una gestione con i SOC, senza attivare necessariamente 200 persone, ma 10 persone e 200 agenti virtuali.”

Conclusioni

Quindi, non possiamo e non dobbiamo prescindere dall’AI, però dobbiamo saperla maneggiare a livello industriale e a livello istituzionale. Saperla maneggiare significa che le cose ce le dobbiamo fare in casa. Si parla di sovranità tecnologica nazionale. È necessario che crediamo nelle capacità e nelle competenze che abbiamo – e ce ne sono tante – ed è necessario che investiamo. Perché nel momento in cui in qualche nazione, per una diversa direttrice geopolitica, si decida che prima viene quella nazione e poi tutto il resto del mondo e si chiudono i rubinetti tecnologici, si rimane a secco dei Paesi in cui si è creduto di aver un partner a vita e, invece, così non è“, ha concluso Galtieri.

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