Si è tenuto ieri, 19 febbraio, il convegno “Cybesecurity futura: tra tecnica e normativa” a Piacenza, presso la sede di Confindustria.
RICT, l’insieme delle 52 Aziende Associate a Confindustria Piacenza attive in Ricerca dell’Innovazione, della Comunicazione e della Tecnologia, ha organizzato questo breve convegno per fare il punto della situazione sul delicato tema della cybersicurezza. A collaborare attivamente al progetto è stato il CERR, Confindustria Emilia-Romagna Ricerca.
Dopo i saluti generali di Francesco Rolleri, Presidente di Confindustria Piacenza, i tre relatori, Stefano Guglielmetti, Dario Capellini e Gabriele D’Angelo hanno ribadito l’importanza di un’adeguata protezione informatica per le aziende.
Stefano Guglielmetti, Presidente RICT, ha iniziato presentando un ciclo di seminari che la stessa RICT terrà a partire dal 7 marzo e fino al 2 ottobre 2024. Dopodiché ha presentato una serie di sondaggi eseguiti a numerose aziende piacentine, da cui è emerso che un buon numero di esse non si è mai preoccupata della sicurezza informatica della propria azienda. Per esempio, non sono mai state presentate policy di sicurezza, non vengono cambiate le password con la dovuta frequenza o non vengono eseguiti i backup.
Questi comportamenti sono decisamente dannosi per l’azienda, che se colta da un attacco potrebbe addirittura arrivare al fallimento.
Dario Capellini ha poi presentato il CERR, di cui lui stesso è consigliere, che si occupa di affiancare le aziende nei processi di innovazione, trasformazione digitale e di formazione e offre un servizio di consulenza per analizzare la maturità digitale e il livello di sostenibilità delle imprese.
Leggi anche: Frattasi: l’importanza degli investimenti nella Cybersecurity
Infine Gabriele D’Angelo, Professore e Ricercatore del Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria presso l’Università di Bologna, ha esposto alcuni concetti presentati nel suo libro “Cybersicurezza. Che cos’è e come funziona“. Secondo il professore “la parte di intelligenza artificiale che veramente rischierà di avere un impatto molto forte nei prossimi anni è quella che si chiama social engineering.” Si tratta cioè della tecnica grazie a cui gli hacker riescono ad ottenere informazioni assumendo le sembianze, per esempio vocali, di un’altra persona. “Riuscire a distinguere il vero dal falso diventerà molto complicato. Ci sono tutta una serie di progressi tecnologici al proposito su cui siamo decisamente scoperti“, continua il professor D’Angelo. Sarà perciò sempre più importante la formazione, e la rigidità delle regole.
Gli attacchi ransomware hanno contribuito a sensibilizzare le aziende sulla cybersecurity: il rischio si è fatto troppo grande e non ci si può più permettere di fare finta di niente di fronte ad una minaccia così elevata.
Alla fine del convegno è intervenuto anche Fabio Potestà, direttore di Mediapoint & Exhibitions Srl, che ha presentato la prima edizione del CYBSEC-EXPO, la fiera-convegno dedicata al mondo della cybersicurezza in programma a Piacenza dal 29 al 31 maggio 2024.