giovedì, 1 Maggio 2025

Industria 5.0: che cos’è?

L’Industria 4.0 ha introdotto sistemi cyber-fisici, IoT e Big Data per creare fabbriche intelligenti in cui le macchine comunicano tra loro e con i sistemi di gestione in tempo reale. L’Industria 5.0, invece, punta a un livello di integrazione più elevato, enfatizzando l’interazione uomo-macchina. Siamo di fronte a robot collaborativi, noti come “cobot”, che lavorano a fianco degli esseri umani, sfruttando l’intelligenza artificiale (AI) per prendere decisioni rapide e accurate.

Tale evoluzione comporta l’aumento della connettività e dell’interazione tra i diversi sistemi, amplificando i punti di vulnerabilità. Ne consegue che la cybersecurity per l’Industria 5.0 non è solo un tema tecnico ma una necessità strategica per le aziende che vogliono rimanere competitive e protette.

Le sfide di cybersecurity nell’Industria 5.0

L’aumento della digitalizzazione e dell’interconnessione nell’Industria 5.0 può introdurre vari aspetti relativi alla cybersecurity che devono essere affrontati per garantire il livello richiesto di sicurezza e protezione del sistema. Alcuni di questi aspetti sono:

Aumento dei vettori di attacco – La proliferazione di dispositivi connessi (macchine, sensori, robot) crea numerosi punti di ingresso per gli aggressori.

Sicurezza dei dati e privacy – Poiché la collaborazione uomo-macchina genera grandi quantità di dati, garantirne la riservatezza, l’integrità e la disponibilità (i.e. CIA – Confidentiality, Integrity and Availability of data) diventa fondamentale. I dati sensibili, come le informazioni sui clienti e i processi di produzione proprietari, devono essere protetti da accessi non autorizzati e violazioni.

Vulnerabilità della catena di approvvigionamento – L’Industria 5.0 si basa in larga misura su supply chain interconnesse, in cui dati e merci fluiscono senza soluzione di continuità tra diverse entità. Un attacco informatico su una parte della supply chain può avere effetti a cascata, interrompendo intere reti e causando danni finanziari e reputazionali significativi. Inoltre, le vulnerabilità in qualsiasi parte della catena di approvvigionamento possono essere sfruttate per ottenere l’accesso ai sistemi principali.

Sicurezza dell’interfaccia uomo-macchina – Le interfacce che consentono agli esseri umani di interagire con le macchine, come sistemi di controllo, dispositivi indossabili o piattaforme di realtà aumentata (AR), devono essere protette per impedire accessi e manipolazioni non autorizzati. Le interfacce compromesse possono causare guasti operativi o persino danni fisici.

Sfruttamenti di IA e Machine Learning – Gli algoritmi di IA e il Machine Learning svolgono un ruolo centrale nell’Industria 5.0, garantire la loro sicurezza è fondamentale. Gli aggressori possono sfruttare le vulnerabilità di questi algoritmi, portando a decisioni distorte, sistemi malfunzionanti o integrità dei dati compromessa.

Le minacce più comuni nell’Industria 5.0

Di seguito le principali minacce che possono impattare sull’Industria 5.0.

Ransomware – Questo tipo di attacco impedisce l’accesso a dati e ai sistemi cruciali, esigendo un riscatto per il ripristino delle operazioni. Nel contesto industriale, un attacco ransomware può fermare la produzione, portando a gravi perdite economiche.

Phishing – Gli attacchi di phishing mirati possono convincere i dipendenti a rivelare informazioni sensibili o a compiere azioni che mettono a rischio la sicurezza dell’intero sistema.

Attacchi ai dispositivi IoT – I dispositivi IoT, spesso meno protetti rispetto ai sistemi tradizionali, sono punti vulnerabili facilmente sfruttabili dai criminali informatici.

Attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) – Gli attacchi DDoS possono sovraccaricare i sistemi, rendendo inaccessibili i servizi e causando interruzioni significative nelle operazioni industriali.

Furto di proprietà intellettuale – Il furto di segreti commerciali e di proprietà intellettuale può compromettere gravemente la competitività di un’azienda.

AAA strategie di cybersecurity cercasi

Per evitare i rischi sopra descritti, diventa necessario adottare un approccio olistico alla sicurezza, che coinvolga non solo la tecnologia ma anche le persone e i processi.

Di fatto le organizzazioni devono adottare una strategia di “security by design”, integrando la sicurezza fin dalle prime fasi di progettazione di sistemi e infrastrutture, oltre a prestare una maggiore attenzione alla sicurezza degli endpoint, come sensori, attuatori e dispositivi IoT che spesso rappresentano i punti più vulnerabili della rete. Ne consegue che diventa fondamentale rafforzare anche i meccanismi di autenticazione e autorizzazione, monitorando costantemente i dispositivi, per rilevare e rispondere a potenziali minacce.

Inoltre, la formazione e la sensibilizzazione dei dipendenti sono cruciali nell’Industria 5.0, dove ogni persona è parte del sistema di sicurezza. Le aziende devono investire nella formazione sui rischi informatici, sulle best practice di sicurezza e sulla segnalazione di attività sospette.

Ancora, l’Industria 5.0 necessita di una stretta collaborazione tra i sistemi IT (Information Technology) e OT (Operational Technology) per garantire una visione unitaria della sicurezza pur considerando le differenti necessità e priorità dei sistemi.

È doveroso evidenziare che le tecnologie emergenti come intelligenza artificiale e apprendimento automatico si convertono in leve strategiche per la rilevazione di minacce, in grado di identificare modelli anomali, rilevare intrusioni in tempo reale e automatizzare le azioni di contenimento, consentendo una difesa più proattiva e adattiva.

Di fatto le organizzazioni dell’Industria 5.0 dovrebbero considerare i dieci requisiti minimi di igiene di cybersecurity della direttiva NIS2 – nulla di nuovo sotto il sole come si suol dire -per garantire la propria cyber resilience, ovvero:

  1. Valutazione dei rischi e politiche di sicurezza per i sistemi informativi – Stabilire un quadro per identificare e mitigare i rischi legati ai sistemi informativi.
  2. Politiche e procedure per valutare l’efficacia delle misure di sicurezza – Definire metodi e procedimenti per monitorare e valutare l’efficacia delle soluzioni di sicurezza implementate.
  3. Politiche e procedure per l’uso della crittografia e, se del caso, della cifratura – Stabilire linee guida sull’applicazione della crittografia per proteggere i dati sensibili.
  4. Piano per la gestione degli incidenti di sicurezza – Implementare un piano dettagliato di risposta agli incidenti per garantire una reazione rapida agli eventi indesiderati, elemento cruciale per la conformità alla Direttiva NIS2.
  5. Sicurezza nell’approvvigionamento dei sistemi e nello sviluppo e nel funzionamento dei sistemi – Stabilire criteri per la gestione e segnalazione delle vulnerabilità durante il ciclo di vita dei sistemi.
  6. Formazione – Garantire un’educazione continua sui principi base di cybersecurity. Di fatto, educare i dipendenti e promuovere una cultura della sicurezza – attraverso corsi regolari sulla consapevolezza delle minacce e sulle migliori pratiche – li trasforma in una difesa efficace per proteggere le risorse digitali. Inoltre, la formazione dovrebbe includere anche aspetti, quali: la gestione delle password, il riconoscimento delle truffe di phishing e l’importanza di segnalare prontamente attività sospette.
  7. Procedure di sicurezza per i dipendenti con accesso a dati sensibili o importanti – Implementare criteri chiari per l’accesso ai dati e mantenere un inventario delle risorse rilevanti per garantirne l’uso e la gestione corretta.
  8. Piano per la gestione delle operazioni aziendali durante e dopo un incidente di sicurezza – Stabilire un piano di business continuity, disaster recovery e gestione delle crisi, con backup aggiornati, per mantenere l’accessibilità ai sistemi informatici durante e dopo un incidente.
  9. Sicurezza delle risorse umane – Adottare misure come l’autenticazione a più fattori, la crittografia delle comunicazioni e la gestione sicura dei canali di comunicazione interna.
  10. Sicurezza delle supply chain e del rapporto tra azienda e fornitore – Valutare regolarmente i rischi della supply chain e assicurarsi che i partner aderiscano ai requisiti normativi. Ciò include la valutazione dei rischi dei fornitori, gli accordi contrattuali che definiscono le aspettative di sicurezza, oltre a una comunicazione costante con i fornitori.

Conclusione

Le organizzazioni devono riconoscere l’importanza di promuovere una cultura della sicurezza che coinvolga tutti i livelli aziendali, dai vertici ai dipendenti in ecosistemi digitalizzati e innovativi, quali l’Industria 5.0. La formazione continua e le esercitazioni pratiche sono altresì fondamentali per creare una consapevolezza diffusa e un approccio orientato alla resilienza.

Di fatto, la cyber resilience nell’Industria 5.0 scaturisce dalla calibrata sintesi dei principi di gestione del rischio, della continuità operativa e della cybersecurity, contribuendo a garantire la compliance alla galassia normativa europea sempre più caratterizzata da un approccio risk-based e resilience-based.

Concludendo, adottando misure di sicurezza robuste, le industrie possono garantire che i vantaggi dell’Industria 5.0 siano realizzati senza compromettere la sicurezza, aprendo la strada a un futuro in cui esseri umani e macchine lavorano insieme senza soluzione di continuità e in sicurezza.

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