Mentre nella penisola iberica la situazione sta lentamente tornano alla normalità dopo il tremendo blackout che, nella giornata di ieri, ha paralizzato Spagna e Portogallo, il mondo si sta interrogando sulle cause di questo sfortunato evento. Al momento nessuna ipotesi sembra scartabile, tra chi parla di attacco hacker, chi di misteriosi fenomeni atmosferici e chi di guasti meccanici alle linee elettriche.
A questo proposito è intervenuto, ai microfoni di Radio24, il Professor Alessandro Curioni, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e fondatore di Di.Gi. Academy, società attiva nel settore della consulenza e della sicurezza informatica.
Durante il programma “Uno, nessuno, 100Milan“, il professore ha spiegato come un attacco hacker sia la conseguenza della digitalizzazione forzata che l’umanità sta subendo. Ad oggi, infatti, la maggior parte degli apparecchi che noi abbiamo in casa, sta lentamente variando per diventare sempre più digitalmente connesso: caldaie, tapparelle, robot da cucina e contatori elettrici. Tutto ciò presenta un abisso di complessità che richiede una serie di competenze tecnologiche in possesso a poche persone. Considerando poi, che l’intelligenza artificiale non sopperisce a queste complessità, ma anzi, ne aggiunge di nuove, l’uomo sta mettendo la propria vita in mano a pochissimi, e soprattutto privati, operatori di settore come Meta, Amazon, Google e gli altri colossi informatici mondiali.
Ma quindi, il blackout è stato provocato da un attacco hacker?
Pare essere stata definitivamente scartata l’ipotesi di un attacco informatico: sebbene sia il gruppo filorusso NoName057 che quello filopalestinese DarkStorm abbiano rivendicato l’azione, nessuno dei due ha portato delle prove certe.
“Red Electrica ha escluso che un attacco hacker abbia causato l’interruzione dell’elettricità ieri in Spagna. Non abbiamo ulteriori commenti su questa affermazione. Per quanto riguarda le cause dell’incidente, siamo ancora in attesa della valutazione completa da parte della Spagna, ma questa è davvero una buona notizia“, ha commentato la portavoce della Commissione Ue Paula Pinho.
Tuttavia, il professor Curioni ha spiegato come l’ipotesi del cyberattacco non fosse totalmente campata per aria. Da recenti simulazioni svolte su dei contatori elettrici “smart”, infatti, risulta che se un hacker, sfruttando le applicazioni da cui è possibile controllare i contatori, prendessero il controllo di un numero abbastanza elevato di dispositivi ed inviassero ai sistemi di controllo dei messaggi dichiaranti consumi più elevati di quelli reali, si verificherebbe lo sganciamento di tutta una serie di centrali con conseguenti blackout a cascata in un raggio ampissimo.
In ogni caso, Pedro Sanchez, primo ministro spagnolo, ha annunciato l’apertura di una commissione di inchiesta per indagare sull’accaduto. Nancy Faeser, ministro degli Interni facente funzioni in Germania, ha colto il monito di questa vicenda ad aumentare e fortificare sempre di più la sicurezza – fisica e informatica – delle infrastrutture critiche. “Non ci sono state conseguenze per la sicurezza delle forniture in Germania. Ma è importante trarre lezioni da quanto accaduto per continuare a garantire il massimo livello di sicurezza per le infrastrutture critiche, come la fornitura di energia in Germania“.
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