Nel 2023 gli attacchi hacker sono triplicati, ma i riscatti pagati sono diminuiti.
Arete, un’azienda globale di cybersicuerzza la cui missione è quella di insegnare a prevenire e a difendersi dai crimini informatici, ha recentemente pubblicato un report che illustra una panoramica sull’andamento degli attacchi ransomware – programmi informatici dannosi che infettano un dispositivo digitale bloccandone i contenuti al fine di una richiesta di riscatto – relativi al primo semestre del 2023.
Dal rapporto è emerso che il prezzo medio del riscatto globale richiesto si aggira intorno ai 600.000 dollari, circa due volte superiore a quello del 2022. Allo stesso tempo, però, sono diminuiti del 10% i casi di attacchi in cui il riscatto è stato pagato.
Rispetto al 29% della seconda metà del 2023, infatti, si è scesi al 19% nei primi sei mesi del nuovo anno.
Tuttavia, la parte più interessante dell’evento ha riguardato le strategie del Gruppo tedesco per conquistare la fascia premium del mercato
Questa diminuzione è dovuta al fatto che le aziende stanno imparando a difendersi da questi attacchi: una delle difese più efficaci, infatti, è quella dell’esecuzione sui propri dispositivi di backup regolari, in modo che qualora la funzione di un dispositivo venisse bloccata, basti ripristinare i dati per non perdere ore se non giorni di lavoro.
Altri metodi di difesa sono quelli della segmentazione della rete, per far sì che le informazioni vengano suddivise in tante sottoreti e quindi più difficilmente reperibili, e, soprattutto, la formazione del personale all’utilizzo di strumenti avanzati di sicurezza e monitoraggio.
Ad oggi, infatti, il ransomware è una delle forme più pericolose della criminalità informatica, oltre che una delle più redditizie per i cyber criminali.